Per pura curiosità, Valentina si iscrive al dance camp del Summer Jamboree nel 2008. Prima di questo workshop, i nomi "Lindy Hop e Balboa"; non significano nulla per lei. Dopodiché, l'amore. Tornata a Roma cerca un corso - all'epoca ce n'era praticamente solo uno – ed inizia a frequentarlo assiduamente. Nello stesso anno diventa chiaro che non si tratta di un hobby, ma di una passione che non l’avrebbe lasciata più: va a lezione, cerca serate danzanti, ascolta Swing, guarda video, ci pensa anche di notte: un tunnel che parecchi ballerini conosceranno.
Inizia quindi ad aiutare il maestro della scuola che frequenta come assistente nel 2009 ed organizza con lui uno dei primi workshop di grande respiro a Roma. Si rende presto conto, però, che per migliorare deve esplorare altri contesti, quindi comincia a viaggiare per i numerosi workshop e festival in Italia ed Europa (Lindy Shock, Herräng, Jazz Roots ecc.). Conclusa la collaborazione con la scuola, continua ad insegnare e coltivare la sua passione per lo Swing in autonomia. Negli anni a seguire vince qualche gara locale ed insegna a Roma: non è facile continuare, non avendo creato nessuna realtà strutturata come una scuola, e non avendo mai avuto un partner di ballo fisso per insegnare.
Ma questo le lascia la libertà di vivere lo swing in modo personale, senza obblighi o vincoli.
Una dimensione, quella della libertà e della creatività, che è anche l'anima di questo ballo nato spontaneamente, strutturato, ma sempre capace di rinnovarsi. Negli anni coltiva in particolar modo il Lindy hop e il Solo jazz; nel 2013 tiene infatti uno dei primi corsi di Solo jazz a Roma. Nella capitale continua a collaborare con tutte le scuole, a tenere piccoli workshop e ad insegnare in corsi annuali presso varie strutture. Per Valentina la dimensione della social dance e dell'improvvisazione è fondamentale, ma ama molto anche l'idea della coreografia come momento di fissazione di un'idea nel movimento, facce diverse di un'arte performativa che è sia istintiva che estremamente raffinata.
Questo percorso la porta a Swinghaus, realtà con la quale inizia a collaborare in pianta stabile nel 2017. Durante le sue lezioni Valentina cerca sempre di restituire con le parole, il movimento o interagendo con gli studenti, cosa significhi trovare una buona connessione con la musica e con il partner. Sa cosa significa lavorare ogni giorno per fare proprio un movimento, per cercare un equilibrio tra divertimento e tecnica, tra controllo e fluidità, tra le proprie caratteristiche fisiche e ciò che si vorrebbe fare, tra ciò che suggerisce la musica e la reattività del corpo. Cerca quindi di stimolare gli studenti a lavorare su loro stessi mentre imparano le figure del ballo e familiarizzano con la musica e la cultura dello Swing e, soprattutto, cerca di condividere con loro questa passione.